Presso il nostro Centro di San Giuliano Milanese, viene praticata dal fisiatra dr. Paolo Parenti l’ozonoterapia, per tutte le problematiche ortopediche della schiena.
Ozonoterapia nell’ernia discale
si eseguono 12 sedute bisettimanali, iniettando la miscela di ossigeno e ozono con tecnica intramuscolare nei muscoli paravertebrali o con tecnica mesoterapica lungo il decorso del dolore. Quello che si ottiene è una scomparsa dell’infiammazione e una stimolazione dei tessuti discali.
Ozonoterapia nelle protrusioni
le tecniche e l’obiettivo sono sovrapponibili a quelli per l’ernia; anche il numero di sedute non cambia. Se le protrusioni sono in più livelli vertebrali viene preferita la tecnica mesoterapica.
Ozonoterapia nella stenosi del canale midollare lombare
questa patologia è caratterizzata dalla cosidetta “claudicatio”, cioè la necessità di fermarsi dopo alcuni metri per la comparsa di dolore o senso di crampo alle gambe. In questo caso si può utilizzare sia la tecnica intramuscolare, sia la tecnica mesoterapica, associando solitamente l’iniezione della miscela anche negli arti inferiori
Ozonoterapia nella artrosi della colonna vertebrale
l’invecchiamento delle articolazioni vertebrali, come in qualsiasi altra articolazione, genera dolore e contrattura alla muscolatura paravertebrale. Pertanto, in questo caso, si inietta la miscela con tecnica mesoterapica, nei punti più dolorosi, sia per controllare il dolore, sia per diminuire la contrattura stessa.
Ozonoterapia negli esiti di radicolite herpetica (“fuoco di Sant’Antonio”)
questo problema risulta spesso molto fastidioso e invalidante, poiché il nervo coinvolto rimane irritato spontaneamente: la terapia consiste in mesoterapia lungo il decorso del dolore, 2 volte alla settimana per almeno 8 sedute.
Ozonoterapia e cervicale. L’ozonoterapia può essere usata anche per il tratto cervicale?
SI. Tutte le tecniche elencate per le patologie della colonna vertebrale sono utili sia per il trattamento delle patologie al tratto lombare, che per quelle al tratto cervicale.
Articolo scritto dal Dott. Paolo Parenti – Fisiatra